Fonte: MessaInLatino
1. La Fraternità San Pio X non rinnega il Concilio nella sua totalità. L'arcivescovo Lefebvre ha egli stesso partecipato al Concilio. Fece parte delle commissioni preparatorie ed ha approvato la maggior parte dei documenti.
2. La conferenza episcopale germanica mette come condizione il riconoscimento totale del concilio, compresi i punti ambigui e conflittuali.
Questo non può aver altro scopo che di metter fine al dialogo ancor prima che inizi.
Noi percepiamo chiaramente che i vescovi tedeschi non vogliono siano messi in discussione i punti controversi del concilio e a questo proposito pongono dei chiari tabù.
3. Il comportamento dei vescovi tedeschi non è improntato a uno spirito di fraternità. Invece di cercare il dialogo e far proseguire le discussioni in maniera pacifica e costruttiva, agiscono in opposizione al segnale proveniente da Roma – che è iniziato con la rimozione del decreto di scomunica – e rigettano ogni richiesta di discussione da parte della Fraternità.
4. I vescovi sono legati all’ottavo comandamento che recita "Non dire falsa testimonianza". Ecco perché invitiamo la conferenza episcopale a rivedere le accuse calunniose di antisemitismo o di antigiudaismo nei confronti della Fraternità San Pio X.
I superiori della Fraternità hanno immediatamente reagito nella questione Williamson. Lo stesso distretto tedesco ha preso le distanze chiaramente e categoricamente dopo aver preso conoscenza delle posizioni inqualificabili banalizzanti i crimini nazisti e si sono scusati con le persone coinvolte da queste dichiarazioni.
Vogliamo ancora sottolineare come il padre dell’arcivescovo Lefebvre perse la vita nel campo di concentramento di Sonnenburg.
5. I vescovi sembrano esigere dalla Fraternità San Pio X il riconoscimento dell’autorità papale quando la Fraternità non ha mai messo in dubbio questa stessa autorità.Questo sta a dimostrare come i vescovi non abbiano avuto alcuna sostanziale discussione sulle posizioni della Fraternità San Pio X e neppure intendano averne.
6. Al contrario la Fraternità constata un rifiuto insidioso dell'autorità papale in seno all'episcopato tedesco. La maniera di agire riguardo il decreto pontificio in questi ultimi tempi sembra suggerire quanto segue :
a. Il desiderio del Papa di stabilire una buona traduzione delle parole falsamente tradotte della consacrazione [pro multis=per molti, anziché per tutti] è stato fino ad ora ignorato dai vescovi tedeschi.
b. Il Motu proprio per la liberalizzazione della messa antica è stato applicato in maniera talmente restrittiva da alcuni vescovi che si è rivelato praticamente inefficace.
c. Le stesse preghiere del Venerdì Santo del Papa sono state falsamente definite come antisemite da un certo numero di teologi in Germania.
d. L'attitudine chiara del Papa riguardo al concetto di Chiesa inutilizzabile dalle comunità protestanti urta con l'incomprensione della grande maggioranza in Germania.
e. Malgrado le molteplici ingiunzioni, i vescovi tedeschi non hanno mai ritirato la Proclamazione di Königstein (1968) la quale rende praticamente inoperante l'enciclica "Humanae vitae" di Paolo VI.
f. Infine la stessa interpretazione della "Dominus Jesus" è stata severamente criticata dai teologi tedeschi in quanto parla della Chiesa come sola via di salvezza.
7. A questo proposito notiamo come alcuni vescovi vogliano rigettare il cammino di serenità e di riconciliazione intrapreso dal Papa. Si vuole di fatto rigettare ogni attitudine conservatrice in seno alla Chiesa. Questa opposizione al Papa non è (ancora) venuta a galla, ma esiste soggiacente da molto tempo e la si legge in molte dichiarazioni.
8. Ed in questa situazione vogliamo ancora una volta ringraziare il Santo Padre per la Sua paterna benevolenza.
Da parte nostra faremo tutto il possibile per formulare in maniera chiara, disinteressata e caritatevole le posizioni della Fraternità San Pio X – che non sono chiaramente le nostre, bensì quelle del magistero ecclesiale – e così rendere possibile un confronto fruttifero fra i cattolici di buona volontà. Ci compiacciamo che ci sia ora la base per un discorso teologico.
9. Nel nostro desiderio di esprimere, nel servizio di amore della Roma eterna e versa, la FSSPX desidera in particolare rigettare l'insostenibile accusa di ordinazioni illecite. Quelle previste ordinazioni non furono mai proibite, come è stato confermato in conversazioni personali in Roma. Qui i Vescovi si espongono a un'ovvia obiezione: essi enfatizzano che non c'è ancora unità con la FSSPX, mentre allo stesso tempo vogliono piazzare un bando alle ordinazioni. Uno può solo riferirsi a ciò che l'Arcivescovo Zollitsch [il progressista presidente della Conferenza episcopale tedesca] nella sua stessa dichiarazione ha detto: è compito della Santa Sede - e non della Conferenza dei Vescovi - creare e identificare le condizioni per la piena unità.
Fonte: Kreuz.net
1. La Fraternità San Pio X non rinnega il Concilio nella sua totalità. L'arcivescovo Lefebvre ha egli stesso partecipato al Concilio. Fece parte delle commissioni preparatorie ed ha approvato la maggior parte dei documenti.
2. La conferenza episcopale germanica mette come condizione il riconoscimento totale del concilio, compresi i punti ambigui e conflittuali.
Questo non può aver altro scopo che di metter fine al dialogo ancor prima che inizi.
Noi percepiamo chiaramente che i vescovi tedeschi non vogliono siano messi in discussione i punti controversi del concilio e a questo proposito pongono dei chiari tabù.
3. Il comportamento dei vescovi tedeschi non è improntato a uno spirito di fraternità. Invece di cercare il dialogo e far proseguire le discussioni in maniera pacifica e costruttiva, agiscono in opposizione al segnale proveniente da Roma – che è iniziato con la rimozione del decreto di scomunica – e rigettano ogni richiesta di discussione da parte della Fraternità.
4. I vescovi sono legati all’ottavo comandamento che recita "Non dire falsa testimonianza". Ecco perché invitiamo la conferenza episcopale a rivedere le accuse calunniose di antisemitismo o di antigiudaismo nei confronti della Fraternità San Pio X.
I superiori della Fraternità hanno immediatamente reagito nella questione Williamson. Lo stesso distretto tedesco ha preso le distanze chiaramente e categoricamente dopo aver preso conoscenza delle posizioni inqualificabili banalizzanti i crimini nazisti e si sono scusati con le persone coinvolte da queste dichiarazioni.
Vogliamo ancora sottolineare come il padre dell’arcivescovo Lefebvre perse la vita nel campo di concentramento di Sonnenburg.
5. I vescovi sembrano esigere dalla Fraternità San Pio X il riconoscimento dell’autorità papale quando la Fraternità non ha mai messo in dubbio questa stessa autorità.Questo sta a dimostrare come i vescovi non abbiano avuto alcuna sostanziale discussione sulle posizioni della Fraternità San Pio X e neppure intendano averne.
6. Al contrario la Fraternità constata un rifiuto insidioso dell'autorità papale in seno all'episcopato tedesco. La maniera di agire riguardo il decreto pontificio in questi ultimi tempi sembra suggerire quanto segue :
a. Il desiderio del Papa di stabilire una buona traduzione delle parole falsamente tradotte della consacrazione [pro multis=per molti, anziché per tutti] è stato fino ad ora ignorato dai vescovi tedeschi.
b. Il Motu proprio per la liberalizzazione della messa antica è stato applicato in maniera talmente restrittiva da alcuni vescovi che si è rivelato praticamente inefficace.
c. Le stesse preghiere del Venerdì Santo del Papa sono state falsamente definite come antisemite da un certo numero di teologi in Germania.
d. L'attitudine chiara del Papa riguardo al concetto di Chiesa inutilizzabile dalle comunità protestanti urta con l'incomprensione della grande maggioranza in Germania.
e. Malgrado le molteplici ingiunzioni, i vescovi tedeschi non hanno mai ritirato la Proclamazione di Königstein (1968) la quale rende praticamente inoperante l'enciclica "Humanae vitae" di Paolo VI.
f. Infine la stessa interpretazione della "Dominus Jesus" è stata severamente criticata dai teologi tedeschi in quanto parla della Chiesa come sola via di salvezza.
7. A questo proposito notiamo come alcuni vescovi vogliano rigettare il cammino di serenità e di riconciliazione intrapreso dal Papa. Si vuole di fatto rigettare ogni attitudine conservatrice in seno alla Chiesa. Questa opposizione al Papa non è (ancora) venuta a galla, ma esiste soggiacente da molto tempo e la si legge in molte dichiarazioni.
8. Ed in questa situazione vogliamo ancora una volta ringraziare il Santo Padre per la Sua paterna benevolenza.
Da parte nostra faremo tutto il possibile per formulare in maniera chiara, disinteressata e caritatevole le posizioni della Fraternità San Pio X – che non sono chiaramente le nostre, bensì quelle del magistero ecclesiale – e così rendere possibile un confronto fruttifero fra i cattolici di buona volontà. Ci compiacciamo che ci sia ora la base per un discorso teologico.
9. Nel nostro desiderio di esprimere, nel servizio di amore della Roma eterna e versa, la FSSPX desidera in particolare rigettare l'insostenibile accusa di ordinazioni illecite. Quelle previste ordinazioni non furono mai proibite, come è stato confermato in conversazioni personali in Roma. Qui i Vescovi si espongono a un'ovvia obiezione: essi enfatizzano che non c'è ancora unità con la FSSPX, mentre allo stesso tempo vogliono piazzare un bando alle ordinazioni. Uno può solo riferirsi a ciò che l'Arcivescovo Zollitsch [il progressista presidente della Conferenza episcopale tedesca] nella sua stessa dichiarazione ha detto: è compito della Santa Sede - e non della Conferenza dei Vescovi - creare e identificare le condizioni per la piena unità.
Fonte: Kreuz.net